DIMAGRIMENTO: LE DIETE MIGLIORI E LE DIETE PEGGIORI

Passata la Pasqua inizia la corsa alla “prova costume” ed esplode la moda delle diete dimagranti più fantasiose e bizzarre scaricate dalle fonti più imprevedibili o passate sottobanco da quell’amica che ha appena perso 10 chili in una settimana con la migliore dieta dimagrante in circolazione. L’obiettivo, al di là del peso sulla bilancia, è quello di risultare più sottili ed esili per poter entrare in quel vestitino estivo che non permette difetti. 

Esistono diversi modi per stabilire il peso forma di un soggetto, tra cui, il più utilizzato, è il calcolo del proprio Indice di Massa Corporea (o BMI, Body Mass Index). Ma non conta solo il peso sulla bilancia! È importante considerare anche altri fattori come alcune circonferenze corporee (per esempio la circonferenza vita), la sensazione percepita di benessere (soprattutto a livello intestinale) e lo stato di idratazione del soggetto. Ma come funziona veramente una dieta dimagrante bilanciata? E perché, la maggior parte delle volte, è meglio seguire un piano alimentare personalizzato? Che differenza c’è tra questi due strumenti utilizzati per il dimagrimento? 

Una dieta dimagrante viene comunemente richiesta per raggiungere l’obiettivo di rapida perdita di peso attraverso un’alimentazione ipocalorica. Al contrario, quando si richiede un piano alimentare personalizzato, si sceglie di seguire un’alimentazione sana ed equilibrata che può avere come obiettivo anche quello di dimagrire, ma in un periodo di tempo più prolungato, facendo delle scelte salutistiche che vanno oltre la sana alimentazione. 

Un piano alimentare realizzato ad hoc per le proprie necessità individuali permette di dimagrire (cioè di perdere tessuto adiposo) in modo efficace e duraturo senza compromettere la massa metabolicamente attiva del nostro organismo. Inoltre, una dieta elaborata in modo corretto, senza necessariamente essere troppo ipocalorica, può aiutare a seguire un regime alimentare più sano e bilanciato, raggiungendo anche l’obiettivo di dimagrimento. 

Purtroppo, oggi esistono tantissime diete che non apportano nessun beneficio per l’organismo, seppur permettano il dimagrimento di quei 5 o 10 chili in più tanto odiati. Molte diete dimagranti privano di alcuni nutrienti e causano il cosiddetto “effetto yo-yo” che non fa altro che peggiorare la situazione dieta dopo dieta. Altre diete provocano lo “svuotamento” dell’organismo da acqua e microelementi. Alcune diete dimagranti possono provocare un danno irreversibile (per esempio, ad alcuni organi) in soggetti che hanno già delle complicanze di salute.

A proposito di diete pericolose, tra quelle più rischiose da seguire ci sono i digiuni prolungati, le diete chetogeniche (totalmente o parzialmente prive di carboidrati) e le diete low carb-high fat, che vengono spesso seguite per periodi di tempo troppo lunghi o senza la supervisione di uno specialista dell’alimentazione. 

Ma le diete più pericolose sono quelle che si avvalgono dell’utilizzo di dispositivi medici (come pillole che si trasformano in palloncini intragastrici), con il rischio di ostruzione o rottura del dispositivo; o le diete dimagranti che abusano di lassativi e diuretici, provocando disidratazione, squilibri elettrolitici e danni alla mucosa intestinale. Per non parlare della “cotton ball diet” che prevede l’ingestione di batuffoli di cotone inzuppati in una qualsiasi bevanda che aumentano il senso di sazietà e aiutano a mangiare di meno e, quindi, a perdere peso velocemente. 

Esistono, invece, delle diete che dovrebbero far dimagrire velocemente ma che risultano “inutili” a lungo termine. Come, per esempio, le diete estremamente ipocaloriche che non prevedono un ottimale bilanciamento dei nutrienti (soprattutto a livello proteico) e che assicurano un’assunzione giornaliera addirittura inferiore alle 1200 kcal. Queste diete “vuote” non fanno altro che abbassare il metabolismo basale in modo da far risparmiare all’organismo più energia possibile da dedicare alle funzioni vitali. Il problema principale insorge quando il soggetto, con un metabolismo basale ormai molto basso, ricomincia a mangiare di più rispetto a ciò che veniva permesso durante la dieta dimagrante. Il risultato è, di solito, un aumento del tessuto adiposo e un conseguente aumento del rischio di patologie cronico-degenerative.

Altre diete “inutili” risultano quelle in cui è prevista l’assunzione di un numero esagerato di integratori alimentari e l’utilizzo di prodotti confezionati dalla stessa azienda che lancia la dieta dimagrante. Queste diete richiamano a un rigore a volte estremo nel seguire le indicazioni nutrizionali molto spesso basate su dubbi risultati scientifici e a una spesa economica elevata che risulta difficile da sostenere in tempi prolungati. 

Poi, ci sono diete dimagranti che eliminano interi gruppi alimentari come le famose diete dimagranti seguite e sponsorizzate dai VIP. Tra queste, troviamo anche le diete vegetariane o vegane non bilanciate e non elaborate nel rispetto delle necessità individuali del soggetto. Queste diete, oltre a non avere necessariamente come effetto la perdita di peso, possono risultare anche pericolose perché potrebbero provocare una malnutrizione per alcuni nutrienti, vitamine e minerali.

Ma come è possibile riconoscere una dieta dimagrante “buona” da una “cattiva”? Una dieta dimagrante bilanciata ed equilibrata non promette miracoli o un dimagrimento in un periodo di tempo troppo breve. Una dieta ben strutturata prevede anche l’utilizzo di spezie e di modi di cucinare che permettano di apprezzare il sapore per il cibo e di poterlo gustare anche in compagnia socializzando. Una dieta dimagrante efficace viene integrata con un miglioramento delle abitudini di vita come svolgere attività fisica, smettere di fumare, ridurre l’utilizzo di sale, ecc.

Esistono, poi, delle diete nate per curare o prevenire alcuni stati patologici e che hanno ottenuto il sostegno di organizzazioni internazionali della salute o società mondiali di ricerca. Un esempio è dato dalla dieta DASH, suggerita ai pazienti ipertesi, o la Therapeutic Lifestyle Change Diet sostenuta dal Ministero della Salute americano e utilizzata per abbassare i livelli di colesterolo. 

Anche la Dieta Mediterranea, oltre a educare a un comportamento alimentare sano, rispetta determinati principi sociali e di igiene che favoriscono un benessere di salute integrale, sia fisico sia psicologico. Per chi ha la necessità di perdere qualche chilo di troppo, la Dieta Mediterranea può essere riadattata modificando le proporzioni dei nutrienti per il periodo di tempo necessario per il dimagrimento, favorendo anche gli effetti positivi sulla salute nel lungo periodo.

Soprattutto se si è molto in sovrappeso, se si soffre di disturbi gastrointestinali e se non si è mai riusciti ad instaurare un rapporto pacifico con il cibo, il miglior posto dove cercare una dieta dimagrante è lo studio di un professionista della nutrizione (biologo o medico nutrizionista, dietista o dietologo) che dispone delle conoscenze scientifiche e degli strumenti necessari a elaborare un piano dietetico ad personam

È necessario evitare di cercare escamotage per rimediare velocemente a un anno di alimentazione sregolare e per riuscire ad essere apparentemente in forma. Un piano alimentare personalizzato è una valida soluzione al dimagrimento, più duratura nel tempo e più efficace dal punto di vista della prevenzione di patologie croniche che favorisca il benessere integrale dell’individuo. Instaurare un rapporto di fiducia con lo specialista dell’alimentazione può senza dubbio prevenire lo sviluppo di disturbi del comportamento alimentare e “curare” dal terrorismo alimentare scatenato da alcune notizie “fasulle” pubblicate sui social. Il professionista, attraverso un piano alimentare personalizzato, saprà insegnare al paziente a saper fare delle scelte alimentari e di vita consapevoli, migliorando la propria sensibilità per ciò che è necessario all’organismo. 

Dott.ssa Cleonice Renzetti

Biologo Nutrizionista

Email: cleonicerenzetti@gmail.com

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